A Giancarlo Perani

Dedico questo spazio di discussione aperto a Giancarlo Perani, dirigente della Regione Calabria che ha sempre guardato con particolare attenzione il lavoro e l'opera degli editori calabresi. Giancarlo Perani è scomparso prematuramente nell'ottobre 2008, dopo aver lottato contro un male incurabile. A lui si deve la realizzazione del convegno, a Palazzo Campanella di Reggio Calabria il 14 marzo 2002, per la presentazione sull'ordinamento di legge sull'editoria libraria calabrese. Nella foto con l'editore Demetrio Guzzardi, mentre interviene alla Fiera del libro di Torino.
domenica 7 dicembre 2008

LEGGE EDITORIA: LE PROPOSTE DI MIMMO LARUFFA

UN POR PER I LIBRI CALABRESI
La Battega Editoriale - intervista raccolta da Alessandro Crupi
Il Quotidiano della Calabria
domenica 7 dicembre 2008

«In Calabria stiamo assistendo al genocidio della cultura». Così esordisce Domenico Laruffa. Editore reggino, uno dei più vecchi ed importanti della regione, è visibilmente amareggiato. «Non c'è un reale interesse degli assessori regionali verso la promozione culturale libraria. Il continuo viavai degli amministratori genera un surplus di disinteresse che va ad aggiungersi alla loro già forte e connaturata vocazione al clientelismo. Bisognerebbe che i nostri governanti capiscano che l'editoria non è un'attività come le altre: produrre libri e produrre materassi non è la stessa cosa. L'editoria ha una natura e una responsabilità etica che vanno salvaguardate».
Laruffa ci accoglie nella sua sede posta nella zona universitaria. Lo affianca il giovane figlio Roberto, che, da qualche anno, ha preso in mano la gestione operativa della casa editrice.
Nel mentre dialoghiamo con il patròn dell'azienda editoriale si avvertono i rumori che provengono dalle altre stanze sembra quasi un fruscio musicale che dice «redattori al lavoro».
La casa editrice Laruffa è una struttura che, partendo da un'articolazione di natura tradizionale, sta compiendo il traghettamento verso una dimensione manageriale ove l'informatica rappresenta una parte importante dell'organizzazione generale. Nata nel 1980, presenta un'occupazione, diretta e indiretta, di una mezza dozzina di addetti, e ha un catalogo di circa 700 titoli. Si evince una media di produzione di circa 3 libri al mese confermata anche attualmente nei dati 2008. Posto su una produzione principalmente dedicata alla Calabria (con una specializzazione particolare: quella delle guide turistico-culturali) si dedica tanto alla letteratura quanto alla saggistica. Per circa il 70% le vendite riguardano la Calabria; il rimanente 30% e posizionato sul mercato italiano generale (e qualcosa anche all'estero). La vocazione calabrese non vuol dire per Laruffa, però, una chiusura al nazionale. È difatti, fra gli editori regionali che con maggior attenzione segue gli eventi fieristici nazionali. Da qui riparte con il suo concetto iniziale. «Il disinteresse regionale verso il settore della cultura lo si evince anche da come viene trattata l'importante problematica delle Fiere. Talvolta la Regione partecipa e - così facendo - consente agli editori calabresi di poter essere presenti sul migliore mercato nazionale della cultura. Talaltra non partecipa: contraddicendo, così, l'impegno precedente, o ancora - ed è quello che sta accadendo più di recente - partecipa all'ultimo istante. Insomma: un minimo di programmazione, perbacco! Non chiediamo dunque alla Regione un assistenzialismo clientelare; chiediamo un minimo di programmazione!». A proposito di qualità delle richieste che il mondo dell'editoria calabrese dovrebbe trasmettere alla Regione, Laruffa evidenzia la necessità che venga ripreso e rilanciato il progetto di riforma/sostituzione della obsoleta Legge 17 sull'editoria libraria. «Tramite l'Associazione Editori Calabresi avevamo presentato un progetto di qualità che limitava l'assistenzialismo e che favoriva gli interventi sani a favore dell'editoria. Ricordo, per esempio, che - anche e soprattutto al fine di evitare che si finanziassero editori improvvisati - nel progetto si ponevano paletti qualitativi e quantitativi e si obbligavano le aziende editoriali a rendicontare iniziative generali e numeri particolari. Ma il ceto politico calabrese, evidentemente e latealmente disinteressato alla vera cultura, ha gettato nel cestino - al di là delle dichiarazioni di facciata - il progetto stesso. In verità sono un po' pessimista anche se devo dire che qualcosa si sta muovendo. In questo senso sono contento che il collega Demetrio Guzzardi si sia sobbarcato
l'onere di rilanciare, ovviamente modificata, una nuova proposta che parte, nella sostanza, dalla vecchia proposta dell'Aec. Ma, chiaramente, il campo delle proposte può essere vasto. Per esempio trovo interessante l'idea di realizzare una rivista/catalogo (magari trimestrale) contenente tutte le novità pubblicate dagli editori calabresi durante il trimestre precedente.
Una tale pubblicazione, finanziata dalla Regione (alla quale gli editori - e magari anche i librai - darebbero del “loro” con uno sconto apposito) servirebbe fortemente alla diffusione della cultura
calabrese. Si tratta di un intervento che reputo importante in quanto, altrimenti, c'è il forte rischio che gli editori calabresi abbandoneranno i temi regionali, e se ciò dovesse avvenire andrebbe a perdersi un vero e proprio patrimonio culturale. Ecco il genocidio!». Laruffa conclude con una sua nuova proposta: «Creare un Catalogo generale di tutte le pubblicazioni realizzate in Calabria. Un'operazione enciclopedica e di vasta portata che, credo, costerebbe circa 500.000 euro. Naturalmente non potrebbe essere deliberata così. Necessiterebbe un apposito Por. Ma perché non farlo?».

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