A Giancarlo Perani

Dedico questo spazio di discussione aperto a Giancarlo Perani, dirigente della Regione Calabria che ha sempre guardato con particolare attenzione il lavoro e l'opera degli editori calabresi. Giancarlo Perani è scomparso prematuramente nell'ottobre 2008, dopo aver lottato contro un male incurabile. A lui si deve la realizzazione del convegno, a Palazzo Campanella di Reggio Calabria il 14 marzo 2002, per la presentazione sull'ordinamento di legge sull'editoria libraria calabrese. Nella foto con l'editore Demetrio Guzzardi, mentre interviene alla Fiera del libro di Torino.
martedì 20 luglio 2010

TORINO: ultima giornata allo STAND della REGIONE CALABRIA

Religione, Comunicazione, identità i temi discussi durante l’ultima giornata di eventi

Ultima giornata di attività al Salone di Torino. Anche oggi diversi sono stati gli appuntamenti svolti all’interno dello stand della Regione Calabria, in un clima che non sembra aver perso energia nonostante l’esperienza stia volgendo al termine.

Ipotesi sull’ingegneria genetica
Il primo evento è consistito nella presentazione del libro di Massimiliano (Max) Gobbo, edito recentemente dalla casa editrice romana Aracne e promosso da la Bottega editoriale: Protocollo genesi. Insieme all’autore, è intervenuta Luciana Rossi, direttrice della rivista Direfarescrivere, la quale ha messo in evidenza la circostanza particolare (ma casuale) in cui il romanzo è stato presentato: i giorni, cioè, dell’ostensione della Sacra Sindone a Torino. La trama del libro, infatti, è incentrata sulla ricerca del colpevole e del movente del trafugamento della sacra reliquia, affidata ad un ex agente segreto che, nel corso della vicenda, scopre un progetto di clonazione del corpo di Cristo a partire dal sangue rinvenuto proprio nella Sindone. I personaggi molto vivaci e l’approccio ironico e leggero del romanzo ci riportano – ha ricordato Rossi – ad atmosfere e situazioni da “007”, con un finale aperto che fa presagire un sequel del romanzo medesimo.
L’impulso dominante a scrivere questo libro, ha sottolineato l’autore, è derivato dalla curiosità per i temi scientifici e in particolare per l’ingegneria genetica. L’autore ha dichiarato che, quando venti anni fa ha iniziato a ideare la trama di Protocollo genesi, fino a dove può spingersi la scienza.
Il libro si propone come forte provocazione, capace di portare a riflettere sul desiderio di onnipotenza che caratterizza l’uomo e sull’idea di un futuro che, probabilmente, adesso non possiamo immaginare ma che non possiamo neanche escludere. Gobbo, infatti, ha sottolineato che, sebbene la storia raccontata nel romanzo sia puramente fantastica, non se ne può scartare a priori la sua plausibilità scientifica.

Un Sognatore di algoritmi
Nel primo pomeriggio è stata la volta del romanzo Sognatore di algoritmi di Giulia Fresca, scrittrice e giornalista, edito da Pellegrini. Sono intervenuti, oltre l’autrice, il giornalista e scrittore Ottavio Rossani e la giornalista e critica d’arte Cristina Rossi. Gli interventi sono stati moderati da Fulvio Mazza, direttore de la Bottega editoriale. L’incontro si è aperto con la lettura di alcuni “temi-recensioni” scritti dai ragazzi del Liceo “Pitagora” di Rende. Il romanzo infatti ben si presta alla lettura da parte delle giovani generazioni – ma non solo – perché basato sulle forme di comunicazione, effimera e virtuale, che le moderne tecnologie consentono. Ottavio Rossani, autore della nota critica del romanzo, ha concentrato il suo intervento proprio su questo aspetto, cogliendo l’occasione per riflettere sul problema della precarietà della “memoria elettronica” e del rischio di poterne perdere traccia improvvisamente. Poesia, prosa e stile giornalistico si fondono con forza nel tentativo di esprimere quel vigoroso desiderio di relazione che rappresenta il tema portante dell’opera e dunque Sognatore di algoritmi, secondo Cristina Rossi, si può definire un lavoro coraggioso proprio per il linguaggio sperimentale usato. Infine, l’autrice ha posto l’accento sull’argomento ossimorico che serpeggia tra le pagine del suo romanzo e che emerge sin dal titolo: il sogno e la dimensione effimera che lo connota si contrappongono all’idea di razionalità dell’algoritmo, inteso come applicazione di un metodo per la risoluzione di un problema. Anonimato, nuovi media, coscienza della propria identità, sentimenti, valori, solitudine, desiderio di autenticità, malattia: diversi sono stati gli spunti di riflessione offerti durante l’incontro che, per questa ragione, è stato caratterizzato da un dibattito di grande intensità.


Le diverse declinazioni della memoria

La giornata, nonché l’esperienza calabrese a Torino – si è conclusa con la presentazione del libro La cupa dell’acqua chiara di Sabino Caronia edito da Periferia. All’incontro è intervenuto l’autore, il critico Giorgio Linguaglossa e il poeta e scrittore Dante Maffia. È stato alquanto singolare il fatto che quest’ultimo evento sia stato fortemente incentrato sul tema istituzionale della manifestazione fieristica, quello della memoria, con diverse declinazioni: memoria familiare, memoria storica, memoria culturale, memoria autobiografica. Quasi una sintesi di quanto emerso durante i “giorni torinesi”. Sabino Caronia, nel suo intervento, ha messo in risalto l’aspetto autobiografico della sua antologia, richiamando l’attenzione sulla figura del padre e, più in genarale, di una superiore identità in cui riconoscersi. Dante Maffia, invece, ha sottolineato in modo particolare l’aspetto storico dei racconti, alcuni dei quali hanno per protagonisti personaggi come Aldo Moro o Lady Diana: dunque, fatti storici realmente accaduti, sono rivissuti dalla penna densa ed elegante dello scrittore. Caratteristiche queste che Maffia ha evidenziato con convinzione, accostando l’autore alla migliore tradizione della letteratura classica italiana. Giorgio Linguaglossa, infine, ha posto l’accento sull’aspetto filosofico ed estetico del libro che ha letto come un memoriale, un tentativo di recupero dell’ideale di patria, una ricerca dell’origine perduta dell’Italia secondo uno stile di scrittura tipicamente postmoderno: incentrato, cioè, sull’attualità e/o sulla storia.

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