A Giancarlo Perani
Dedico questo spazio di discussione aperto a Giancarlo Perani, dirigente della Regione Calabria che ha sempre guardato con particolare attenzione il lavoro e l'opera degli editori calabresi. Giancarlo Perani è scomparso prematuramente nell'ottobre 2008, dopo aver lottato contro un male incurabile. A lui si deve la realizzazione del convegno, a Palazzo Campanella di Reggio Calabria il 14 marzo 2002, per la presentazione sull'ordinamento di legge sull'editoria libraria calabrese. Nella foto con l'editore Demetrio Guzzardi, mentre interviene alla Fiera del libro di Torino. |
domenica 28 marzo 2010
Risposta della Rubbettino all'editore di Città del Sole
17:54 |
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La conoscenza non deve avere confini
di Antonio Cavallaro, direttore commerciale Rubbettino editore
apparso su IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA, Idee e società, sabato 27 marzo 2010, pag. 58
Caro Franco Arcidiaco, accetto volentieri la tua provocazione lanciata su queste pagine, anche perché mi offre l'occasione di poter chiarire, ancora una volta, la mia posizione sul provincialismo di cui spesso soffre parte del mondo culturale calabrese. Leggendo le tue osservazioni sul Quotidiano, mi sono tornate alla mente (forse non esattamente a proposito ma, come ci ha mostrato in maniera sublime Joyce, le “epifanie” non seguono regole matematiche) le parole di Oscar Wilde che, nella prefazione al romanzo “Il ritratto di Dorian Gray”scrive: “Non esistono libri morali o immorali come la maggioranza crede.
I libri sono scritti bene, o scritti male. Questo è tutto”. Questa frase di Wilde all'interno del nostro argomentare potrebbe essere riscritta in questo modo“non esistono le opere d'arte calabresi o nazionali. Esistono libri scritti bene o scritti male. Questo è tutto”. Dire che i nostri confini calabresi dovrebbero essere addirittura presidiati a Campotenese per evitare l'invasione dei libri che arrivano da Milano, come proponeva l'editore Demetrio Guzzardi con una gustosa vignetta, è come sostenere che i calabresi dovrebbero guardarsi dal leggere Philip Roth (che parla nei suoi romanzi degli ebrei americani) perché abbiamo già Carmine Abate che ambienta i suoi romanzi tra le minoranze arbereshe di Calabria.
Ora, come ho avuto modo di dire nel corso del mio intervento durante la conferenza stampa di presentazione del progetto “Un libro in tasca”, per sostenere di vederci bene, bisogna riuscire a osservare gli oggetti a noi vicini con la stessa chiarezza con cui osserviamo quelli lontani. L'ipermetropia è un difetto della vista grave quanto la miopia (e viceversa) e se si vuole evitare di inciampare e cadere a terra bisogna utilizzare gli occhiali. Fuor di metafora, e tornando all'esempio di prima, intendo dire che i nostri ragazzi devono essere abituati sin da piccoli a leggere e decodificare la realtà che li circonda così come quella del vasto mondo che si estende al di là dello Stretto o del Pollino. L'indubbio merito del progetto è stato dunque, a mio avviso, proprio quello di offrire all'attenzione dei ragazzi calabresi non solo alcuni libri scelti tra quelli più in voga al momento (non sta a me giudicare i criteri di selezione) ma anche alcuni grandi classici di autori calabresi come Francesco Perri o Sharo Gambino. Vedi, caro Franco, non so se la commissione di esperti che ha selezionato i libri da inviare ai nostri ragazzi, abbia operato nel migliore dei modi possibili, non so neppure se abbia preso qualche abbaglio trascurando di inserire nella lista qualche libro pubblicato da qualche altro editore calabrese, quello che so, e che affermo con convinzione,è che sia un errore ritenere che sia meglio la Torre d'avorio. La cultura non deve avere confini, né in entrata né in uscita. Permettimi un'ultima nota: abbiamo sempre registrato grande apprezzamento dagli amministratori delle altre regioni, del Nord come del Sud (e ti posso garantire che sono tanti), a cui proponiamo i nostri libri e con cui continuiamo a portare avanti progetti editoriali di grande prestigio e qualità. Con stima.
La vignetta di Carmelo Giordano è posta quale emblema (avatar) del gruppo su Facebook FERMIAMO I TIR DI CERSOSIMO A CAMPOTENESE
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