A Giancarlo Perani

Dedico questo spazio di discussione aperto a Giancarlo Perani, dirigente della Regione Calabria che ha sempre guardato con particolare attenzione il lavoro e l'opera degli editori calabresi. Giancarlo Perani è scomparso prematuramente nell'ottobre 2008, dopo aver lottato contro un male incurabile. A lui si deve la realizzazione del convegno, a Palazzo Campanella di Reggio Calabria il 14 marzo 2002, per la presentazione sull'ordinamento di legge sull'editoria libraria calabrese. Nella foto con l'editore Demetrio Guzzardi, mentre interviene alla Fiera del libro di Torino.
sabato 22 agosto 2009

EDITORIA E PROSPETTIVE IN CALABRIA


di Gilberto Floriani
Direttore Sistema Bibliotecario Vibonese

pubblicato su «Il Quotidiano della Calabria»
21 agosto 2009


Anche se è passato un po’ di tempo, ritengo utile tornare sull’inchiesta realizzata da Bottega editoriale riguardante le prospettive dell’editoria regionale e in particolare sull’interessante intervento conclusivo del vicepresidente della Giunta regionale Domenico Cersosimo. Facendo il punto di molti ragionamenti che si sono svolti nel corso degli ultimi due anni, il vicepresidente ha dichiarato che la Regione crede e scommette nell’editoria regionale a patto però che gli editori accettino la sfida della cultura e della qualità, ha, inoltre, lanciato l’interessante proposta, che si spera che essa diventi presto operativa, di realizzare in Calabria un evento fieristico editoriale rivolto agli adolescenti, capace di coinvolgere il mondo della cultura e della scuola italiana.
Di non minore interesse è anche l’annunciato progetto di una digital library calabrese, purché essa oltre che a essere presente sui portali si colleghi anche all’attività delle biblioteche operanti nella regione. Un ulteriore e importante stimolo a questi ragionamenti è venuto dall’intervista a Giuseppe Laterza, responsabile dell’omonima casa editrice, pubblicata su la Repubblica l’undici di questo mese, che ha svolto molti e complessi ragionamenti sulle prospettive dell’editoria di cultura, ma ha soprattutto e autorevolmente evidenziato che gli editori sembrano avere finalmente scoperto l'importanza delle biblioteche per lo sviluppo della lettura e per l'allargamento del mercato editoriale.
Nel merito delle tematiche dello sviluppo delle attività editoriali Laterza rivendica il ruolo dell’editore: «Se oggi pensassimo di lasciare la cura dei libri esclusivamente ai manager sarebbe un disastro », «L’editoria italiana sempre stata fatta da persone capaci di coniugare sensibilità culturale e vocazione imprenditoriale», «la tendenza alla standardizzazione può essere contrastata con una battaglia di tipo culturale», «Gli editori dovrebbero puntare sulle biblioteche civiche e sulla qualità dei librari», «la percentuale di italiani che possiedono in casa libri ha raggiunto il massimo (62%) nel 1992e da allora e immobile ed è inferiore del 10% alla media europea, a questo s’accompagnano bassi indici negli altri consumi culturali: musei, concerti, cinema, anche Internet. La responsabilità di questo declino va divisa tra gli editori, anche se la responsabilità principale è di una classe dirigente che non ha investito nelle biblioteche civiche, mentre la responsabilità degli editori è quella di aver privilegiato un pubblico limitato, un circuito di lettori forti tra i tre e i cinque milioni di persone…».
L’intervento è importante perché segnala esplicitamente la necessità di un collegamento tra editoria e biblioteche, legame che in Calabria non è mai stato considerato importante, se non nel passato, quando c’erano soldi facili e la regione acquistava i fondi di magazzino degli editori locali per inviarli alle biblioteche, una pratica clientelare che era l’esatto contrario di quello auspicato da Giuseppe Laterza. Un rapporto che è sempre mancato anche per lo stato di arretratezza delle biblioteche, che già partivano con uno storico ritardo quando nel 1972 sono passate alla competenza regionale, e per recuperare il quale in seguito non è stato fatto quasi niente, se non nell’ultimo decennio quando, utilizzando i fondi del Por 2000-2007, è stato fatto un notevole sforzo di ammodernamento per cercare di mantenere il passo con il grande sviluppo che avveniva a livello nazionale.
Nell’ultimo decennio sono stati compiuti importanti investimenti soprattutto per promuovere l’innovazione tecnologica e in casi più rari per ammodernare l’edilizia bibliotecaria. Oggi la Calabria dispone, infatti, di un Servizio bibliotecario regionale, collegato al Servizio bibliotecario nazionale, che ha provveduto alla catalogazione informatizzata del patrimonio bibliografico regionale, e a rendere accessibile questo patrimonio.
Chiunque disponga di un collegamento Internet può, collegandosi al link http://88.59.97.74/SebinaOpac/Opac, consultare il catalogo di tutte le biblioteche regionali e richiedere il prestito di un documento posseduto da una qualsiasi delle biblioteche del sistema. Purtroppo la costruzione del Servizio bibliotecario regionale non ha comportato il miglioramento complessivo delle biblioteche sul territorio, le quali per la maggior parte continuano a essere ben lontane dagli standard di funzionamento accettati in qualsiasi contesto che voglia apparire civile: locali inadatti e angusti, assenza di personale, orari di apertura insufficienti, ristrettezza e inadeguatezza delle raccolte, si consideri che la maggior parte delle biblioteche esistenti in Calabria ha da moltissimo tempo un patrimonio documentario sotto alle 3.000 unità. Malauguratamente, a conferma di quanto ha affermato Giuseppe Laterza, in Calabria si è smesso di credere nelle biblioteche, ammesso che qualcuno ci abbia mai creduto, prova ne sia che nei vari documenti di programmazione destinati a sostenere lo sviluppo regionale: Por, Par, Fondi Fas, non è prevista alcuna risorsa per sostenere lo sviluppo di questi servizi. Servizi e attività che molti - in Europa, in Italia e anche in Calabria - continuano a ritenere importanti per facilitare lo sviluppo culturale personale e collettivo dei cittadini, per migliorare la qualità della vita nei paesi e nelle città, per affermare una centralità del libro inteso come strumento di cultura capace di stimolare lo sviluppo delle attività cognitive collettive e la qualificazione della scuola. Queste scelte negative porteranno, tra l’altro, se non vi si porrà rimedio, alla vanificazione egli investimenti compiuti nel passato, alla dispersione di interessanti esperienze, ad esempio le 12 mediateche realizzate nell’ambito del Servizio Bibliotecario Regionale. Tornando ai problemi dell’editoria è evidente che la sfida dello sviluppo di un’editoria regionale, costituita com’é da piccoli o microscopici editori, può essere vinta solo sul piano della qualità, è necessario perciò che si affermino editori che, a prescindere dalla loro dimensione o fatturato, siano capaci di coniugare “sensibilità culturale e capacità imprenditoriale”, cosa che oggi non sempre avviene, e per questo motivo i libri calabresi raramente riescono a varcare i confini regionali. Ma è particolarmente importante anche che si realizzi una convergenza operativa tra gli editori, le biblioteche, i librai, gli insegnanti, i promotori dei premi letterari; cioè tra tutti i soggetti interessati alla promozione e allo sviluppo della lettura e del libro. Questo necessariamente comporta forme di sostegno convinto allo sviluppo delle biblioteche e delle librerie e una premialità all’editoria di cultura per correggere l’imperfezione del mercato locale che non è in grado di remunerare spontaneamente l’investimento necessario per produrre i libri. Studiosi di economia della cultura confermano che le biblioteche sono in grado di generare consistenti benefici per le comunità locali in cui operano e per i cittadini, benefici che hanno una rilevanza economica o che può essere quantificata in tali termini. Sono stati compiuti studi di impatto, ad esempio da parte della regione Lombardia, degli investimenti pubblici effettuati, ma, anche prescindendo dagli interessanti risultati di questi, si può certamente concordare che le biblioteche hanno la capacità di creare, di là del prestito dei libri e del noleggio degli home video, un effettivo valore. Esso consiste nel mantenere in vita il piccolo e depresso mercato della lettura, un’attività che è, in primo luogo, un bene per la società in generale, grazie all’aumento del livello culturale dei cittadini, un vantaggio per gli editori che hanno a disposizione un mercato più grande nel quale operare e favorisce anche gli autori che, grazie a una domanda più grande e articolata, possono trovare interessanti spazi di mercato per le loro produzioni.
Si pensi ad esempio agli effetti che potrebbe avere per lo sviluppo della lettura e quindi dell’editoria regionale da una rete di una ventina di biblioteche ben distribuite sul territorio, perfettamente efficienti, operanti in conformità a standard europei, con delle sedi adeguate, buone raccolte documentarie, aperte tutti i giorni fino a tarda sera, con personale preparato e motivato, capaci di fare promozione della lettura interagendo con le scuole, collegandosi con gli istituti di ricerca, le librerie, gli editori. Si pensi solo all’impatto, anche di vendite, che potrebbe avere la presentazione di un’opera capace di parlare all’intera comunità regionale all’interno di tale rete. Del libro di Mauro Minervino, La Calabria brucia, nella presentazione che ha avuto luogo a Vibo Valentia ne sono state vendute più di cento copie, con grande soddisfazione della biblioteca, del librario, dell’editore e immagino anche dell’autore.
Come spesso accade, in Calabria ci affanniamo nella ricerca di interpretazioni cervellotiche e di ricette miracolistiche per trovare la spiegazione ai nostri problemi, quando invece le soluzioni sono a portata di mano e il loro raggiungimento non richiede altro che politiche ragionevoli, saggezza amministrativa e tanta capacità da parte di ognuno di svolgere bene il proprio lavoro.

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