A Giancarlo Perani

Dedico questo spazio di discussione aperto a Giancarlo Perani, dirigente della Regione Calabria che ha sempre guardato con particolare attenzione il lavoro e l'opera degli editori calabresi. Giancarlo Perani è scomparso prematuramente nell'ottobre 2008, dopo aver lottato contro un male incurabile. A lui si deve la realizzazione del convegno, a Palazzo Campanella di Reggio Calabria il 14 marzo 2002, per la presentazione sull'ordinamento di legge sull'editoria libraria calabrese. Nella foto con l'editore Demetrio Guzzardi, mentre interviene alla Fiera del libro di Torino.
lunedì 29 marzo 2010

Interviene la scrittrice Assunta Scorpiniti


“UN LIBRO IN TASCA”, PROGETTO DA CONDIVIDERE
di Assunta Scorpiniti
Il Quotidiano della Calabria 29 marzo 2010

Intervengo nel dibattito acceso dall’iniziativa “Un libro in tasca”, varata dal vicepresidente del consiglio regionale Domenico Cersosimo, allo scopo di “far appassionare i ragazzi più piccoli alla lettura e all’interesse verso la cultura”, e che prevede un cospicuo investimento e l’imminente arrivo da Milano del “Tir della cultura”, a portare libri gratuiti ai bambini della Calabria, regione “penultima per indici di lettura in tutta Italia”.
E’ un dibattito che mi coinvolge e m’interpella, soprattutto dopo la nota apparsa su queste pagine a firma dello stesso vicepresidente, in risposta alle prese di posizione degli editori Guzzardi ed Arcidiaco, i quali, tra l’altro, stigmatizzano la “sprovincializzazione” della Calabria, con la partecipazione di sole tre case editrici calabresi insieme ad altre sei operanti in ambito nazionale, e il ricorso alla “competenza” in materia di un’associazione milanese, incaricata di selezionare “un ventaglio di libri da poter offrire ai ragazzi delle quarte” della scuola primaria. Sono cittadina calabrese, autrice di libri, operatrice culturale e docente di scuola primaria (proprio in una classe quarta), e, quindi, persona, fra le tante, davvero, totalmente impegnate per questa nostra terra di Calabria. La mia riflessione non partigiana, tengo a precisare, per l’amicizia e le esperienze culturali condivise sia con Cersosimo che con i due editori, mi porta, infatti, a considerare alcuni aspetti fondamentali. Sono profondamente convinta che i libri siano strumenti della conoscenza “senza confini”, come sottolinea il direttore commerciale di Rubbettino, Cavallaro, e come ci impone il carattere sempre più multiforme e complesso del tempo in cui viviamo; che la cultura aiuti ad essere migliori ed a creare strutture di idee e valori che permettono alle comunità di esistere e svilupparsi; che, per questo, debba essere al centro delle strategie politiche, economiche, sociali ed educative, nel senso letterale del “coltivare” saperi e comportamenti dei nostri cittadini di domani. E sono, per questo, contenta che ci siano iniziative, come “Un libro in tasca”.
Quello che, invece, mi lascia perplessa, è il metodo che viene utilizzato, a conferma del nostro “grande male”, peraltro rilevato da Marcello Veneziani in riferimento al suo volume “Sud. Un viaggio civile e sentimentale”, cioè di non riuscire a far diventare la Calabria da “affettiva” a “sociale”: siamo bravissimi a far svettare le individualità, ma non riusciamo a fare gruppo quando ci troviamo ad operare per lo stesso obiettivo, specie se è un obiettivo “alto”.
Il nodo è questo: ci sono settori, e quindi “luoghi”, sia fisici che umani o culturali, della nostra regione, cui destinare risorse e iniziative, e c’è gente che vi opera, e vive quotidianamente le diverse realtà. La domanda che sorge non è diretta a Mimmo Cersosimo, che si occupa qui ed ora della cosa pubblica, ma raccoglie un’eco lontana: perché chi gestisce decide, magari, come in questo caso, con la consulenza di pedagogisti settentrionali, senza conoscere la situazione reale? Perché ai tavoli intorno ai quali si decide, non siedono mai, anche solo come persone da ascoltare, i diretti interessati? Per essere concreti: insegno in una scuola del centro storico di Cosenza, frequentata, tra l’altro, da piccoli rom, immigrati, alunni disagiati per vari motivi che ti chiedono con gli occhi quella cultura che può essere il loro riscatto. Ce ne sono altri che non presentano problematiche particolari, ma, nell’epoca della play station e facebook, sono più portati a leggere per dovere scolastico che per personale piacere. E’, quindi, facile pensare che un pacco di libri, dono per quanto gradito, possa essere un’occasione sprecata, specie se non è ponderata la selezione dei titoli.
Può anche essere un episodio fra i tanti, se non è inserito in una diversa e più ampia progettualità, che impegni operatori scolastici, mondo editoriale (in particolare autori ed editori), e, con ruolo gestionale decisivo, l’Istituzione regionale, nel perseguimento di un obiettivo ambizioso: creare lettori consapevoli, innamorati della conoscenza e cittadini liberi e responsabili. Ma questo, a mio avviso, avviene amando la lettura, e conoscendo il mondo dei libri, imparando cosa accade nel passaggio dall’idea dell’autore alla realizzazione dell’oggetto-libro; con percorsi guidati nelle biblioteche, la possibilità di frequentare le fiere editoriali e conoscere direttamente le nuove tecnologie applicate ai libri, incontrare autori ed editori, che in Calabria non mancano, e sarebbero ben felici di mettersi a disposizione delle scuole, dove, pur nella ristrettezza delle risorse, non manca l’impegno per la promozione della lettura.
L’ho verificato lavorando in diverse istituzioni scolastiche e intervenendo dove mi hanno invitata come autrice; non registro che, per queste attività, ci sia, nelle scuole, una generale “penuria di opportunità”, oppure manchino “professori che motivano e accompagnano”, come scrive il vicepresidente Cersosimo.
Per restare al senso letterale dell’itinerario, a me piacerebbe portare alla Fiera del Libro di Torino i miei alunni di quarta, con i quali, dall’inizio dell’anno, stiamo percorrendo le biblioteche cosentine e conoscendo (per quello che ci è possibile), il mondo meraviglioso delle parole scritte e delle storie raccontate. Storie di cui la nostra terra è ricca, ci tengo a sottolinearlo, e, a riguardo, mi si lasci passare non per vanto, ma come dato di fatto, una nota personale: in tutte le scuole del mio paese, Cariati, i ragazzi, dal liceo, all’Ipsia, alla primaria, con l’impegno di ottimi colleghi docenti, si stanno appassionando alle storie di gente di mare, di migranti, di donne dei paesi, che ho raccontato nei miei libri (ne sono state acquistate delle copie che girano per le classi).
Un esempio per dire che, oltre ai volumi delle grandi case editrici nazionali, senza dubbio necessari per la formazione, ci sono tanti libri di autori calabresi che possono essere letti con passione dai nostri ragazzi perché vi riconoscono la loro storia, le storie che hanno fatto l’esistenza delle loro comunità e valori universali, come lavoro e solidarietà. Tra le tante storie che ho raccontato, voglio ricordare quella di Maria i Susanni (pubblicata sulla bella rivista “Spola” di cui Domenico Cersosimo è stato tra i fondatori); una donna che, nei primi decenni del secolo, per sfamare i figli faceva tutti i lavori, andando perfino a mmare con i pescatori, e diceva: “una pietra è una pietra, ma se la raccolgo la metto al tarzalùro per timpagno”. All’editore Guzzardi dico: non fermiamo, come hai provocatoriamente proposto, il “Tir della cultura” a Campotenese, perché è un “pietra”, una risorsa preziosa, nata da un ottimo intento, che non dobbiamo sciupare. Agli uomini delle istituzioni, soprattutto a quelli che, con le elezioni, si affacceranno alla ribalta della nuova fase politica, dico: colmiamo la distanza tra cittadini e chi gestisce, per il progresso della Calabria. Diventiamo, insieme, soggetti, non oggetti della nostra storia, come quell’antica donna di Cariati, che ha annullato la secolare distanza tra i generi, andando a pesca per portare la famiglia avanti.
domenica 28 marzo 2010

INTERVIENE FULVIO MAZZA: «SERVIVA PIU' RIFLESSIONE"

LA CALABRESITUDINE NON PAGA
Editoria e fondi

di Fulvio Mazza, direttore de LA BOTTEGA EDITORIALE
apparso su IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA,Idee e società, doenica 28 marzo 2010, pagina 59


Rappresentando un’agenzia letteraria e non una casa editrice particolare, spero di riuscire ad esprimere un’opinione quanto più possibile oggettiva.
Una premessa, innanzi tutto, l’iniziativa del vicepresidente regionale, Domenico Cersosimo, tesa a fornire migliaia di bambini calabresi di, almeno, un libro a loro adatto, è certamente positiva; e chi pensa ad una sua mala fede è, altrettanto certamente, in errore. La tempra etica di Cersosimo non ritengo possa essere messa in discussione. Il problema sono, sempre a mio opinabile parere, le modalità e le scelte.
Bene fa Cersosimo a dire che i bambini calabresi non devono essere condannati a leggere solo libri editi in Calabria e che devono anche poter conoscere libri di case editrici nazionali. È più che evidente che non possiamo, per meri problemi di “calabritudine” appioppare ai nostri ragazzi libri di serie “B”. Il punto di dissenso è che l’editoria di qualità per ragazzi in Calabria non si ferma ai soli (ben qualificati, sia ben chiaro), Coccole e Caccole, Falzea e Rubbettino.
Editoria di qualità per ragazzi si riscontra in molti altri cataloghi: da quello oramai ben consolidato, di Città del sole edizioni, a quello, assai piccolo ma ancor più, per questo, da valorizzare, di Le Rondini (Catanzaro). Da quello storico di Pellegrini (Cosenza) a quello, un po’ stantìo, ma certamente altrettanto rappresentativo, di Qualecultura (Vibo Valentia), a quello, assai dinamico, di Falco (Cosenza).
E sarebbe stato bene guardare anche, passando dal Nord al Sud della Calabria, all’interno degli altri cataloghi: da Mongolfiera (Cassano all’Ionio) a Laruffa (Reggio Calabria), passando per Abramo (Catanzaro) e Periferia (Cosenza). Ma i casi da ricordare potrebbero essere, e lo sono, tanti ancora: fra tutti, evidenzio Progetto 2000 (Cosenza) che, pur nel dissenso dell’estremismo verboso utilizzato dal suo patròn, Demetrio Guzzardi, ha avuto certamente il merito – e il coraggio – di porre un problema e aprire un confronto.
Se chi ha deciso avesse avuto la pazienza di andare anche al di là dei tre pur giustamente più qualificati editori calabresi, si sarebbe accorto che, senza scendere in termini di qualità del prodotto da offrire ai ragazzi calabresi, si poteva anche fornire un po’ di sano ossigeno economico all’editoria regionale. Che una gran fetta dei 150.000 euro investiti siano andati verso nord non è cosa del tutto condivisibile. Al di là del pur importante aspetto economico, credo che una scelta più ampia avrebbe anche consentito agli altri piccoli (che poi spesso tanto piccoli non sono!) editori di far circolare i propri libri nelle scuole calabresi.
Insomma: un attimo di riflessione in più non sarebbe stata affatto fuori luogo. Scegliere in larga parte libri di aziende del Centro e del Nord sarebbe stato condivisibile se in Calabria alternative non ce ne fossero state. Ma, come spero di aver evidenziato, le alternative c’erano…
E, in tal modo, si sarebbe certamente evitato che una così positiva iniziativa avesse una così opinabile realizzazione.

PER CERSOSIMO CHI CRITICA ILPROGETTO "UN LIBRO IN TASCA" È UNO SFASCIACARROZZE


LA CULTURA NON È UN LUSSO DA TAGLIARE
di Domenico Cersosimo, vicepresidente Regione Calabria
apparso su IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA, Idee e società, sabato 2 marzo 2010, pagina 58
Bambini e libri,due risorse scarse. In Calabria si legge poco, meno di quanto si legge nel resto d'Italia, che pure non brilla in confronto agli altri paesi europei e non. Leggiamo in media pochi libri. Come altrove, pochi leggono moltissimo e moltissimi leggono poco o nulla. Il contesto non favorisce la lettura. Disoccupazione, precarietà occupazionale e di reddito, degrado sociale diffuso non sono ingredienti che incoraggiano. C'è penuria di opportunità: di librerie, di biblioteche accoglienti e accessibili, di scuole e di professori che motivano e accompagnano, di incontri con autori ed editori. In una importante cittadina montana della nostra regione si contano una ventina di negozi che vendono automobili di ogni marca ma neppure una libreria. Naturalmente anche da noi esistono buone esperienze, alcuni (pochi) esempi di biblioteche pubbliche ben attrezzate e frequentate, rarefatti premi letterari di rango, librerie fornite e ben gestite. La cifra complessiva è però deludente: il libro e la lettura sono ai margini della considerazione pubblica. Insieme a molte altre risorse, per noi cittadini che viviamo in Calabria anche i libri sono un bene scarso. Di fronte a questa carenza la Regione non può stare ferma, tanto più se l'intonazione prevalente nelle politiche pubbliche nazionali è quella di considerare la cultura un lusso da tagliare,una mera posta di bilancio da limare. Limitando il campo all'ultimo biennio e alle iniziative più significative nel campo della promozione del libro, la Regione ha contribuito, in collaborazione con l'Associazione Forum del libro, il Centro per il Libro e la Lettura del Ministero dei beni e le attività culturali, l'Anci e la Banca d'Italia, alla realizzazione del Premio nazionale Città del libro, rivolto a sostenere e promuovere il potenziamento dell'offerta di lettura nei comuni italiani, soprattutto nelle aree più disagiate. Le prime due edizioni del Premio si sono svolte entrambe nella nostra regione, nel 2009 a Catanzaro e quest'anno a Cosenza (per i dettagli www.forumdellibro.org). Da anni la Regione sostiene il progetto Gutenberg promosso da un importante liceo catanzarese rivolto a favorire la lettura tra gli studenti di una rete vasta di scuole calabresi. Per riconoscere il merito scolastico, la Regione ha erogato un voucher di 1.200 euro pro capite a tutti gli studenti meritevoli delle scuole secondarie di primo e di secondo grado e dell'università: circa 29 mila, pari ad una spesa pubblica di oltre 33 milioni di euro per potenziare l'autoapprendimento attraverso l'acquisto di libri, oltre che di riviste, pc e software, partecipazione a corsi di formazione. Un voucher simile (1.500 euro pro capite) sta per essere erogato a 3.200 insegnati calabresi meritevoli: altri 5 milioni di euro circa per potenziare la capacità formativa dei nostri professori mediante l'acquisto di libri, oltre che abbonamenti a riviste specializzate, pc, frequenza di master e corsi di formazione (per i dettagli www.piuscuola.it).
Da ultimo, la Regione ha ideato e sta realizzando il progetto “Un libro in tasca”: dotare tutti i bambini calabresi che frequentano la quarta elementare, più di 19 mila, di un libro,uno per ogni bambino, uno diverso dall'altro. La speranza è che i bambini, incoraggiati e sostenuti dalle loro maestre, si appassionino alla lettura di un primo libro, poi di un secondo e così via, fino ad abituarsi ad avere un libro sempre a portata di mano (in tasca, per l'appunto), introiettando il germe della lettura come svago e piacere per tutta la vita. In migliaia di famiglie calabresi entrerà forse per la prima volta un libro che non sia un testo strettamente scolastico: anche in questo caso la speranza è che tanti genitori possano apprezzare l'importanza della lettura per la crescita dei loro figli. I libri e la lettura possono migliorare figli e genitori, formare cittadini che pensano, che riflettono, che si confrontano con il pensiero di altri. Abbiamo chiesto all'Associazione Forum del Libro l'individuazione di una ventina di testi adeguati alla fascia di età degli studenti della quarta elementare, selezionandoli tra la migliore produzione nazionale e, ovviamente, calabrese. L'Associazione ha fornito, del tutto gratuitamente, alla Regione la lista dei libri selezionati e quest'ultima ha provveduto all'acquisto diretto dalle diverse case editrici nazionali, tra cui tre calabresi, degli oltre 19 mila volumi, ottenendo uno sconto medio intorno al 40 per cento (poco meno di 150 mila euro in tutto, pari in media a meno di 8 euro a libro). Nel frattempo, la Regione, con procedura negoziale, ha selezionato l'impresa di distribuzione e logistica per effettuare la consegna dei libri alle oltre 1.500 quarte elementari: la migliore offerta è stata fatta dalla Ceva di Milano (11.880 euro, iva compresa), impresa leader nazionale nel settore.
Nelle prossime settimane, dunque, i libri, assemblati in più di 1.500 pacchi di diversa dimensione, saranno consegnati direttamente alle scuole interessate. “Un libro in tasca”non è un progetto per sostenere la produzione editoriale regionale; è un progetto intenzionalmente diverso e più ambizioso: incoraggiare i bambini a leggere, coltivare il capitale più prezioso che abbiamo ma che, purtroppo, sta diventando senza più scarso. Al centro del progetto ci sono i bambini e la scuola, non gli editori; c'è l'accrescimento delle capacità cognitive ed emotive dei nostri bambini, non dei fatturati editoriali. I bambini necessitano di grande attenzione oggi in Italia, e in particolare in Calabria. Da anni la nostra regione è alle prese con una preoccupante crisi demografica. In molti comuni lo scorso anno non è nato neppure un bambino. Il tasso di fertilità delle donne calabresi si è ridotto molto fino ad avvicinarsi a quello medio nazionale. Nell'ultimo decennio i bambini che si sono iscritti alla prima elementare in Calabria sono diminuiti di circa 50 mila unità. Oggi i bambini che frequentano la scuola primaria sono poco più di 94 mila, all'incirca 20 mila in meno degli studenti che frequentano licei e istituti tecnici. Dunque, al più tra otto anni, nei banchi delle scuole superiori calabresi prenderà posto un quinto in meno di studenti rispetto ad oggi. E, a cascata, si ridurranno di un quarto le potenziali matricole nelle nostre università. Senza inversioni di tendenza, la nostra regione rischia il depauperamento demografico di molte aree sub regionali, di quelle montane e più marginali in primis.
In altre regioni italiane, soprattutto in quelle più ricche, a sopperire la denatalità contribuisce l'arrivo di famiglie straniere, cosicché nelle aule entrano sempre più bambini di altre nazionalità. In Emilia Romagna, Lombardia, Veneto gli studenti stranieri superano ormai abbondantemente il 10 per cento del totale, con punte del40-50 percento in diverse aree a più intenso sviluppo industriale. Da noi, ovviamente, il fenomeno è assai più contenuto: appena 2 studenti stranieri su 100. I bambini e i libri, entrambe risorse così scarse, meriterebbero un' attenzione maggiore e maggiormente responsabile da parte di tutti, non polemiche pretestuose e volgari, come si è costretti a leggere in questi giorni nei giornali regionali e in Internet. Ci avrebbe fatto tanto bene una discussione pubblica sui bambini e sui benefici che l'attitudine alla lettura dei libri esercita sulla loro crescita cognitiva. Qualche sfasciacarrozze ha provato invece a sporcare progetti e persone. La Regione ha il dovere di continuare ad occuparsene, semmai migliorando ciò che è stato avviato. Ma non basta. Tante altre voci e contributi sarebbero necessari, magari meno interessati al proprio profitto, e più generosamente orientati al benessere dei bambini.

Risposta della Rubbettino all'editore di Città del Sole


La conoscenza non deve avere confini
di Antonio Cavallaro, direttore commerciale Rubbettino editore
apparso su IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA, Idee e società, sabato 27 marzo 2010, pag. 58

Caro Franco Arcidiaco, accetto volentieri la tua provocazione lanciata su queste pagine, anche perché mi offre l'occasione di poter chiarire, ancora una volta, la mia posizione sul provincialismo di cui spesso soffre parte del mondo culturale calabrese. Leggendo le tue osservazioni sul Quotidiano, mi sono tornate alla mente (forse non esattamente a proposito ma, come ci ha mostrato in maniera sublime Joyce, le “epifanie” non seguono regole matematiche) le parole di Oscar Wilde che, nella prefazione al romanzo “Il ritratto di Dorian Gray”scrive: “Non esistono libri morali o immorali come la maggioranza crede.
I libri sono scritti bene, o scritti male. Questo è tutto”. Questa frase di Wilde all'interno del nostro argomentare potrebbe essere riscritta in questo modo“non esistono le opere d'arte calabresi o nazionali. Esistono libri scritti bene o scritti male. Questo è tutto”. Dire che i nostri confini calabresi dovrebbero essere addirittura presidiati a Campotenese per evitare l'invasione dei libri che arrivano da Milano, come proponeva l'editore Demetrio Guzzardi con una gustosa vignetta, è come sostenere che i calabresi dovrebbero guardarsi dal leggere Philip Roth (che parla nei suoi romanzi degli ebrei americani) perché abbiamo già Carmine Abate che ambienta i suoi romanzi tra le minoranze arbereshe di Calabria.
Ora, come ho avuto modo di dire nel corso del mio intervento durante la conferenza stampa di presentazione del progetto “Un libro in tasca”, per sostenere di vederci bene, bisogna riuscire a osservare gli oggetti a noi vicini con la stessa chiarezza con cui osserviamo quelli lontani. L'ipermetropia è un difetto della vista grave quanto la miopia (e viceversa) e se si vuole evitare di inciampare e cadere a terra bisogna utilizzare gli occhiali. Fuor di metafora, e tornando all'esempio di prima, intendo dire che i nostri ragazzi devono essere abituati sin da piccoli a leggere e decodificare la realtà che li circonda così come quella del vasto mondo che si estende al di là dello Stretto o del Pollino. L'indubbio merito del progetto è stato dunque, a mio avviso, proprio quello di offrire all'attenzione dei ragazzi calabresi non solo alcuni libri scelti tra quelli più in voga al momento (non sta a me giudicare i criteri di selezione) ma anche alcuni grandi classici di autori calabresi come Francesco Perri o Sharo Gambino. Vedi, caro Franco, non so se la commissione di esperti che ha selezionato i libri da inviare ai nostri ragazzi, abbia operato nel migliore dei modi possibili, non so neppure se abbia preso qualche abbaglio trascurando di inserire nella lista qualche libro pubblicato da qualche altro editore calabrese, quello che so, e che affermo con convinzione,è che sia un errore ritenere che sia meglio la Torre d'avorio. La cultura non deve avere confini, né in entrata né in uscita. Permettimi un'ultima nota: abbiamo sempre registrato grande apprezzamento dagli amministratori delle altre regioni, del Nord come del Sud (e ti posso garantire che sono tanti), a cui proponiamo i nostri libri e con cui continuiamo a portare avanti progetti editoriali di grande prestigio e qualità. Con stima.

La vignetta di Carmelo Giordano è posta quale emblema (avatar) del gruppo su Facebook FERMIAMO I TIR DI CERSOSIMO A CAMPOTENESE
sabato 27 marzo 2010

CERSOSIMO, MA NON ERA MEGLIO LA TORRE D'AVORIO?


di Franco Arcidiaco (editore de La città del sole)
pubblicato su Il quotidiano della Calabria - opinioni e commenti (pagina 21) venerdì 26 marzo 2010

E così c’è cascato anche il prof. Cersosimo, il castigamatti che avrebbe dovuto dare una svolta alla politica calabrese tutta clientela e malaffare, in questo malinconico scorcio di fine impero si è comportato come il più classico politicante democristiano: una pioggia di denaro (149.437 euro per l’esattezza) per svuotare i magazzini editoriali dei soliti noti, più qualcuno tirato dentro l’ultima settimana con l’evidente ruolo di “foglia di fico”. L’ineffabile prof. Cersosimo per tutta la legislatura si è distinto per l’irrefrenabile impegno… nel volersi distinguere; non è mancata occasione pubblica nella quale non abbia tenuto a ricordare le sue umili origini, la ferrea volontà che lo ha portato a primeggiare negli studi e le nobili motivazioni che lo hanno indotto alla fatidica “scesa in campo”. Visti i risultati, avrebbe fatto meglio a rimanere nella proverbiale “Torre d’avorio”, dalla quale, a memoria d’uomo, ogniqualvolta un intellettuale ha provato ad uscire non ha fatto altro che causare disastri. Questi 5 Tir che partiranno da Milano con un carico di 20.000 volumi di favole (ecco che torna la politica delle favole…) destinati ai bambini di quarta elementare, seppelliranno definitivamente nel ridicolo l’avventura amministrativa del prof. Cersosimo. Il direttore commerciale della Rubbettino Antonio Cavallaro, nella trionfale conferenza stampa che ha illustrato l’iniziativa, ha parlato della stessa come un passo verso la provincializzazione della Calabria, e ciò sarebbe dimostrato dal fatto che “sono state coinvolte sia case editrici calabresi, sia nazionali”. Di pari passo con il tuo sillogismo, caro Antonio, c’è da augurarsi che il futuro governatore decida di arruolare il prossimo assessore alla cultura in Canton Ticino, per far sì che tutti i calabresi comincino a sentirsi un po’ meno provinciali; senza dire che non si capisce perché, sempre in tema di sprovincializzazione, debbano essere sempre i calabresi a doversi sprovincializzare, perché non proponete agli amministratori di qualunque altra regione di comprare i libri degli editori calabresi, sentirete le pernacchie!
Per quanto riguarda poi la selezione dei titoli e degli editori, pare si sia fatto ricorso ad un’asso - ciazione milanese denominata “Forum del libro” la quale “con l’aiuto di un pedagogista e di figure esperte del settore” (sic) ha compiuto l’impresa. Trattandosi di denaro pubblico, pretenderemmo di conoscere:
1) Il costo della consulenza di questi cervelloni
2) Il costo per far convergere tutti i volumi nella loro sede di Milano
3) Il costo per assemblare i volumi e preparare le spedizioni
4) Il costo del trasporto dei volumi in Calabria con 5 Tir
5) Quale criterio è stato seguito per selezionare titoli ed editori
6) Perché sono stati scelti solo tre editori calabresi (Donzelli, infatti, opera su Roma e scopriamo che è calabrese solo in queste circostanze)
7) L’elenco dei titoli acquistati, il numero di copie ed il prezzo di ognuno.
Pensiamo che questo sia un atto dovuto da parte di un professore prestato alla politica che, proprio nel nome della trasparenza, ha bloccato da due anni l’acquisto dei libri dalle case editrici tramite la legge regionale n. 17, per evitarne l’utilizzo clientelare che l’aveva contraddistinta. E’ stata la classica operazione tanto cara alla mia Sinistra (vedi Bolognina), quella, cioè di “buttare il bambino con l’acqua sporca”; la legge n. 17 non era affatto cattiva, permetteva infatti alla Regione di approvvigionare le biblioteche, sempre afflitte da cronica carenza di risorse, acquistando i libri direttamente dagli editori. Si trattava semplicemente di impedire che l’apparato burocratico utilizzasse le risorse nel modo osceno con cui l’aveva fatto negli anni precedenti; ad oggi non sappiamo bene che fine abbiano fatto i fondi di tale legge ed anche di questo chiediamo pubblicamente conto. Il nostro auspicio è, che in occasione della prossima Fiera di Torino, finalmente spogliatosi dalle inadeguate vesti di politico, il prof. Cersosimo abbia il tempo e la voglia di visitare gli stand di tutti gli editori calabresi e non solo quelli degli “editori di regime”, come ha fatto in questi anni.
venerdì 26 marzo 2010

La lettera aperta di Guzzardi a Cersosimo ripresa dall'ANSA


23 marzo 2010 ore 15.22

LIBRI: GUZZARDI, CERSOSISMO COMPRA LIBRI DA EDITORI MILANESI
(ANSA) - CATANZARO, 23 MAR - ''Caro Cersosimo, le scrissi un po' di tempo fa chiedendole di voler organizzare un incontro tra lei, assessore alla cultura e noi ''poveri'' editori calabresi; e' stato sempre cosi' negli ultimi 25 anni, tutti gli assessori hanno voluto incontrare gli editori calabresi per presentare il loro programma e per capire le esigenze degli operatori del settore. Lei invece ha rifiutato il confronto, in una lettera mi ha anche detto che non mi stringeva la mano... e ne ho preso atto''. Inizia cosi' la lettera che l'editore Demetrio Guzardi ha indirizzato al vicepresidente della Regione, Domenico Cersosismo. ''Ora pero' la misura e' colma... il progetto ''Un libro in tasca'' e' la goccia - dice Guzzardi - che fa traboccare il vaso. Cosa diranno i ragazzini calabresi delle IV elementari che vedranno arrivare 5 TIR dalla Lombardia per distribuire, come la befana, i libri agli scolari? Come minimo penseranno che qui da noi non ci sono editori, non ci sono scrittori, illustratori e che il ''genio'' deve arrivarci dal Nord, bel modo di ''slegare'' la Calabria. In pompa magna ha detto all'Unical che ha speso ben 149.437 euro per l'acquisto di libri, chissa' quando il buon Formigoni comprera' libri meridionali (e calabresi) per distribuirli nelle scuole del Nord. Credo mai... e perche' proprio noi dobbiamo beneficiare chi ci considera meno di zero? L'operazione ''Un libro in tasca'' che poteva essere un'occasione buona per far conoscere un po' della nostra cultura, invece e' l'ennesima dimostrazione di come si ''predica'' bene (slega la Calabria) ma si razzola male, anzi malissimo. Abbiamo bisogno, e lo voglio ripetere, di concertazione e di un ''grande progetto'' per il rilancio della nostra cultura, la drammaticita' e' che i funzionari regionali (ho parlato telefonicamente con una dirigente, che non conosceva assolutamente la realta' degli editori calabresi) e l'assessore Cersosimo pensano che in questa nostra terra non esiste nulla... invece c'e' un grande movimento culturale che da solo sta cercando di sollevare le sorti della nostra terra''.(ANSA). COM-VF/MED

Il consigliere regionale Salvatore Magarò sui 5 TIR di Cersosimo. MA COSI' NON SI SLEGA LA CALABRIA


“Slega la Calabria ma i libri compriamoli dagli editori milanesi.
Il nome è tutto un programma “Slega la Calabria”, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo l’Oceano.
Il vicepresidente della Giunta regionale calabrese Domenico Cersosimo, fondatore del movimento politico “Slega la Calabria” ne ha combinata un’altra delle sue. Ha presentato ieri all’Unical in pompa magna una iniziativa “Un libro in tasca” che sta facendo infuriare, e non poco, gli editori calabresi. Infatti il Cersosimo ha speso ben 149.437 euro (dei calabresi) per comprare libri da destinare ai ragazzini della IV elementare, non dai bravi editori calabresi, ma da Milano. Infatti ha annunciato che arriveranno dal capoluogo lombardo ben 5 TIR pieni di libri. Ora l’operazione, che poteva avere una valenza culturale ed educativa, è senza dubbio, piena di contraddizioni. Cosa penseranno i ragazzini calabresi? Che qui da noi in Calabria non ci sono scrittori, editori, illustratori di libri per ragazzi. Persino volumetti per gli scolari dobbiamo far venire dal Nord, bel modo di slegarla questa Calabria.
I nostri capaci editori, a me consta, quotidianamente vanno nelle scuole per presentare i loro libri, i loro autori, la storia della nostra Calabria.
Eppure i libri da leggere (e da acquistare) arriveranno con 5 Tir da Milano.
La Calabria seria ha bisogno di altri assessori e non di questi intellettuali che si dicono pronti al cambiamento, ma poi continuano a perpetrare vecchie logiche.
I calabresi se vogliono “slegare” la Calabria sanno bene a chi devono dare il loro consenso.

Se questo è il modo di slegare la Calabria "VOGLIO" un assessore leghista


I LIBRI PER GLI SCOLARI CALABRESI LA REGIONE
LI COMPRA DAGLI EDITORI MILANESI
(pubblicata mercoledì 24 marzo 2010 su: IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA, Idee e società, pag. 51; CALABRIA ORA, il Chiosco, pag. 19; GAZZETTA DEL SUD, cronaca di Cosenza, pag. 37)

Caro Cersosimo,
le scrissi un po’ di tempo fa chiedendole di voler organizzare un incontro tra lei, assessore alla cultura e noi “poveri” editori calabresi; è stato sempre così negli ultimi 25 anni, tutti gli assessori hanno voluto incontrare gli editori calabresi per presentare il loro programma e per capire le esigenze degli operatori del settore. Lei invece ha rifiutato il confronto, in una lettera mi ha anche detto che non mi stringeva la mano… e ne ho preso atto.
Ora però la misura è colma… il progetto “Un libro in tasca” è la goccia che fa traboccare il vaso. Cosa diranno i ragazzini calabresi delle IV elementari che vedranno arrivare 5 TIR dalla Lombardia per distribuire, come la befana, i libri agli scolari? Come minimo penseranno che qui da noi non ci sono editori, non ci sono scrittori, illustratori e che il “genio” deve arrivarci dal Nord, bel modo di “slegare” la Calabria.
In pompa magna ha detto all’Unical che ha speso ben 149.437 euro per l’acquisto di libri, chissà quando il buon Formigoni comprerà libri meridionali (e calabresi) per distribuirli nelle scuole del Nord. Credo mai… e perché proprio noi dobbiamo beneficiare chi ci considera meno di zero?
L’operazione “Un libro in tasca” che poteva essere un’occasione buona per far conoscere un po’ della nostra cultura, invece è l’ennesima dimostrazione di come si “predica” bene (slega la Calabria) ma si razzola male, anzi malissimo.
Abbiamo bisogno, e lo voglio ripetere, di concertazione e di un “grande progetto” per il rilancio della nostra cultura, la drammaticità è che i funzionari regionali (ho parlato telefonicamente con una dirigente, che non conosceva assolutamente la realtà degli editori calabresi) e l’assessore Cersosimo pensano che in questa nostra terra non esiste nulla… invece c’è un grande movimento culturale che da solo sta cercando di sollevare le sorti della nostra terra.
Con grande risentimento
Demetrio Guzzardi
Editoriale progetto 2000

Sul progetto di Cersosimo interviene l'editore TITO SIA

(1)
Tutto fumo e niente arrosto. E' un'operazione politica, alla ricerca di consensi, in clima elettorale. Che vi aspettavate? Certamente, però, l'operazione da i suoi frutti, perchè a beneficiarne sono gli amici dei politici i Sigg.ri editori, tra questi prevalentemente tipografi, si sono visti acquistare tutti i fondi di magazzino, vi pare poco. Noi altri Editori , precursori ante litteram, che hanno creato dal nulla la nascita dell'Editoria in Calabria, da sempre siamo stati dimenticati e volutamente trascurati. Sono anni che assistiamo passivamente a questo scempio clientelare. E' anche colpa della categoria che non sa difendersi, perchè ciascuno coltiva il proprio orticello. Un vizio tutto meridionale ed in particolare calabrese.
(2)

Vi raccontiamo un aneddoto che la dice lunga sul personaggio in questione, il quale, detto tra noi, non è stato eletto da nessuno degli elettori aventi titoli, è stato nominato per esigenze politiche, a ricoprire l'incarico, niente meno di vice presidente della G , per collegamenti che il soggetto detiene con il variegato ambiente universitario cosentino di Arcavacata. Tutto fa brodo. Egli è nato in quel di Laino Borgo (CS), dove qualche anno fa presentammo, con costui presente, un DVD di ns. produzione editoriale, settore audiovisivi, "RAFTING SUL FIUME LAO" . Non un commento ebbe a dire, o rivolgerci a noi presenti, nessun complimento usci da quelle labbra.
Del resto noi non eravamo Wind Wenders. Per cui tutto ritorna, i ns. uomini, per cosi dire politici, o tutti coloro i quali occupano un posto diciamo, cosi per dire, di potere, soffrono di un male incurabile, TUTTO CALABRESE, che come un raptus colpisce questo genere di persone, vale a dire IL PROVINCIALISMO che li porta in maniera compulsiva a disdegnare i prodotti di casa nostra e di strisciare A LINGUA AFFLITTA sulle produzioni italiane, settentrionali in particolari e di MILANO soprattutto. E' un vizio atavico. E dire che costoro sono i difensori della cultura locale, del patrimonio della ns. regione. Poveri noi. Quindi calza a pennello il Vs. commento:
Quello che è peggio che i libri sono stati comprati ad editori milanesi E lui fonda un partito che si chiama SLEGA LA CALABRIA.
(3)
Sono secoli, ma che dico, anni, decenni che L'Assessorato alla Cultura della Regione Calabria, sito in via Alberti a Catanzaro non acquista un ns. libro, che tra l'altro a noi non interessa più, perchè camminiamo da sempre sulle ns. sole gambe. Comunque, in clima di amenità tutte calabresi e regionali in particolare, vi narro un altro aneddoto molto significativo. Nel 2003 pubblichiamo a ns. cura e spese il volume sul povero e grande, al tempo stesso, LIUTAIO DI BISIGNANO Vincenzo De Bonis, nonostante la ns. riluttanza ci convinsero a proporne l'acquisto alla Regione Calabria Ass.re alla Cultura di Via Alberti a Catanzaro. Conserviamo, ancora, come una reliquia quella proposta, che giace misera senza risposta.
BOICOTTATE LA PARTECIPAZIONE DEGLI EDITORI CALABRESI ALLA FIERA DEL LIBRO, LINGOTTO DI TORINO, CHE GUARDA CASO E' GESTITA DAI PERSONAGGI COLLEGATI AD UNO DEGLI EDITORI PRIVILEGIATI. QUESTA RAPPRESENTA UNA PROTESTA EFFICACE. UNIAMOCI E PARTIAMO.

UN LIBRO IN TASCA


Il Vicepresidente della Regione Calabria prof. Domenico Cersosimo all'Unical presenta il progetto
(articolo apparso su nuovacosenza.com)

22 mar 10 Una vera e propria “invasione” di libri: 19 mila e quaranta. Sono i libri che arriveranno tra qualche giorno nelle quarte classi degli alunni della scuola primaria calabrese, grazie al Progetto “Un libro in tasca”, ideato dalla Regione per promuovere la lettura nelle scuole di tutta la Calabria che sconta ancora un considerevole gap rispetto ad altre regioni d’Italia e nella quale si legge ancora molto poco. Nei prossimi giorni 5 Tir carichi di libri scelti nell’ambito dell’iniziativa - 20 titoli in tutto selezionati da un pedagogista tra racconti, classici, fiabe ed altri testi di letteratura per ragazzi - partiranno da Milano per poi essere consegnati nelle quarte classi della scuola primaria calabrese. L’iniziativa è stata illustrata questa mattina all’Università della Calabria dal Vice Presidente della Giunta regionale Domenico Cersosimo nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche l’editore Paolo Falzea di Reggio Calabria e il Direttore commerciale della casa editrice Rubbettino, Antonio Cavallaro, in rappresentanza degli editori calabresi che hanno aderito al Progetto. “Un libro in tasca” si pone l'obiettivo di fornire alle scuole calabresi stimoli e idee per la promozione della lettura, considerata come uno dei principali obiettivi formativi della scuola, superando gli ambiti specifici dell'educazione linguistica, per connotarsi come obiettivo più ampio di formazione della persona. Il progetto ha come premessa la consapevolezza che l’educazione alla lettura: - è un bisogno da consolidare e da accompagnare nella formazione e nella crescita degli alunni; - è il passaggio da una concezione della lettura come dovere scolastico ad una lettura come attività libera, capace di porre il soggetto in relazione con se stesso e con gli altri; - è il mezzo per aiutare l’alunno nella scoperta del ruolo del libro tra gli altri media. “Un libro – ha detto in conferenza stampa il Vice Presidente della Giunta regionale Domenico Cersosimo – dovrebbe stare sempre nelle tasche di tutti i cittadini calabresi per aprire nuovi orizzonti inimmaginabili e smarcarsi dalle difficoltà. In Calabria – ha proseguito – si legge ancora poco, c’è una scarsa tensione alla lettura, anche perché il complicato contesto socio-economico nel quale viviamo non aiuta. Mancano anche le occasioni per leggere. E’ per questo che dobbiamo impegnarci per allestire delle biblioteche più accoglienti e più friendly e meno mummificate. L’investimento finanziario realizzato con il progetto “Un libro in tasca” non è da poco : 149.437 euro, tutti presi dal nostro bilancio, nell’ambito del Piano per il diritto allo studio. Speriamo vivamente che per questa strada il “tarlo” della lettura possa entrare nella testa dei nostri bambini e delle nostre bambine, così come speriamo che in molte delle case dei calabresi un libro possa entrare per la prima volta. E’ questo un esperimento e insieme una di quelle politiche complementari e aggiuntive che stiamo portando avanti da tempo e con le quali tentiamo – ha sottolineato Cersosimo – di difendere la scuola dai tagli indiscriminati perpetrati dal Governo centrale. Il Governo fa malissimo a tagliare alla scuola 8 miliardi di euro in un triennio e a far ricadere sulle Regioni il peso di questa politica scellerata.” Per Cersosimo “i fondi regionali non possono avere una funzione sostitutiva di quelli nazionali, ma devono servire a colmare il gap che la Calabria sconta con altri sistemi formativi. Quello realizzato con il progetto “Un libro in tasca” è un investimento di lungo periodo che sicuramente darà i suoi risultati, convinti come siamo che i libri possono salvare la vita e che i costi della cultura sono sicuramente inferiori a quelli dell’ignoranza. Solo così potremo evitare che il nostro Paese si avvii verso il declino”. Apprezzamento per l’iniziativa della Regione Calabria e del Vice Presidente Cersosimo è stato espresso sia dall’editore Paolo Falzea che dal Direttore commerciale della casa editrice Rubbettino Antonio Cavallaro. “Migliore iniziativa in questa fase storica non poteva esser fatta – ha detto Falzea. Un libro può diventare un amico per la vita e la lettura deve essere anzitutto un piacere. La lettura come apprendimento o approfondimento è un’altra cosa.” “Il merito della Regione e del suo Vice Presidente Cersosimo – ha aggiunto Antonio Cavallaro – è stato quello di aver messo al centro dell’agenda politica la scuola. C’è bisogno che la scuola esca dalle aule per fare rete, così come c’è bisogno in Calabria di tante librerie e che i ragazzi si incontrino di più con i libri. Questa è un’occasione da cogliere al volo, perché è importante che i ragazzi calabresi siano attenti alle sfide della globalizzazione, ma sappiano anche leggere e interpretare la realtà che ci circonda.”

E' l'ora di approvare la legge sull'editoria calabrese

legge sull'editoria calabrese

La legge regionale sull'editoria libraria
 

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