A Giancarlo Perani

Dedico questo spazio di discussione aperto a Giancarlo Perani, dirigente della Regione Calabria che ha sempre guardato con particolare attenzione il lavoro e l'opera degli editori calabresi. Giancarlo Perani è scomparso prematuramente nell'ottobre 2008, dopo aver lottato contro un male incurabile. A lui si deve la realizzazione del convegno, a Palazzo Campanella di Reggio Calabria il 14 marzo 2002, per la presentazione sull'ordinamento di legge sull'editoria libraria calabrese. Nella foto con l'editore Demetrio Guzzardi, mentre interviene alla Fiera del libro di Torino.
domenica 16 novembre 2008

EDITORI: «ECCO COSA DICE PALAZZI»


Mi scrive Franco Giglietti, autore stampatore ed editore cosentino della Mit (Agenzia Servizi Editoriali Mit).

ATTENTI AI FINTI EDITORI
DARE I CONTRIBUTI AGLI AUTORI

PER LE SPESE DI STAMPA...

Caro Demetrio, nel tuo blog ricorre spesso la parola editore. Vogliamo dare a questo termine una definizione non equivoca? La definizione che dà il Palazzi è: «editore - agg. sm. chi o che pubblica a sue spese le opere altrui per farne commercio; raramente chi cura la stampa di uno scritto inedito».
Dopo aver pubblicato il libro, ben vengano, ad integrazione, contributi alla diffusione dell'opera (e non aiuto diretto agli editori), purché sia anche allegato il contratto di edizione, sottoscritto dall'autore ed, eventualmente, la ricevuta della ritenuta d'acconto versata al momento della liquidazione dei diritti d'autore. Queste considerazioni te le faccio a ragion veduta: nella mia attività di stampatore mi si presentano editori che aspettano un acconto dell'autore per pagare la stampa... Alcuni editori, fanno il discorsetto all'autore che qualora l'opera non avesse successo commerciale, metteranno in pagamento le cambiali che l'autore ha lasciato in garanzia; altri editori pubblicano l'opera dopo che l'autore avrà fatto in modo di ricevere per prenotazioni, ecc. (ovviamente, l'importo delle prenotazioni copre totalmente le spese di stampa).
Non mi risulta che siano molti gli editori che versano ritenute d'acconto dalla cui quantità si potrebbe risalire al successo editoriale.
Fare così l’editore sarebbe una cosa seria e si eviterebbe la figura del «mediatore, tra l'autore e lo stampatore». Oppure si potrebbe dare – per favorire la stampa di edizioni – direttamente un contributo agli autori che, invogliati alla stampa, certamente non terrebbero nel cassetto le loro opere.
Perché non proponi, che i contributi siano legati a determinate regole che dovrebbero apparire sul contratto di edizione, sulla quantità di diritti d'autore corrisposti (perché finanziare con soldi pubblici un'opera di cui si sono vendute solo 10 copie? - evidentemente scadente).
Fra poco cesserò l'attività attualmente preminente di stampatore e riprenderò ad editare con il solito sistema che ho sempre usato. Dal contratto di edizione, con l'elencazione degli obblighi dell'autore e dell'editore, in rispetto formale e sostanziale sia delle leggi attualmente in vigore, che a tutti gli altri obblighi propri: dalla cura dell'edizione, alla propaganda, diffusione, ed agli altri orpelli (compreso il ridicolo codice Isbn). Alla fine, lo so già per esperienza, me ne uscirò alla pari nel senso che, economicamente, tra una pubblicazione in fallimento ad un'altra di successo, i conti saranno alla pari!...
Il momento di austerità nazionale indica che il tempo dei contributi non sufficientemente motivati è finito.

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